20 Febbraio 2011 | |
16:00 | |
NOVELLARA (Re), Teatro Tenda | |
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Novellara (Re), Teatro Tenda
20 febbraio 2011
I Nomadi presentano
NOMADINCONTRO
XIX tributo ad Augusto Daolio
apertura concerto:
Luigi Mariano
brani eseguiti:
– Il negazionista
– Questo tempo che ho
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LE MIE IMPRESSIONI:
“Nomadincontro” è l’annuale concerto dei Nomadi nella città di Augusto Daolio, con i fanclub accorsi da tutt’Italia a riempire il TeatroTenda almeno di diecimila persone. Sono finito su quel palco incredibile perché due mesi prima ero stato tra i vincitori (targa F.I.M.I. e secondo posto) del “Premio A. Daolio città di Sulmona”.
La prima folgorante immagine che ho negli occhi, dell’intensissima due giorni emiliana (19-20 febbraio), è la fiumana di persone del Teatro Tenda, tutte attentissime, che potevo ammirare da sopra il palco, pochi istanti prima che dalla mia Taylor uscissero i familiari accordi de “Il negazionista” (eseguita chitarra e voce, col rafforzo vocale di Gerry Lisi, alla mia sinistra). Un’immagine indelebile, possente, maestosa, direi quasi mitologica, che emanava rispetto, accoglienza e curiosità, persino affetto. Volevo stupirmi, sì, c’era da stupirsi di tanta bellezza; ma di botto m’è parso tutto molto naturale, anche durante l’esecuzione del brano e poi mentre presentavo i miei compagni Gerry e Stefano sul palco, attaccando subito a cantare la canzone seguente, “Questo tempo che ho”. Mi sono sentito più a casa in quei momenti, davanti a quei diecimila, che in alcune brutte serate (càpitano anche quelle, se si gira molto di qua e di là) a suonare in pub di provincia rumorosi e avvilenti, davanti a quattro gatti un po’ cafoni. Ho vissuto tutta quella pienezza che avevo davanti, e tutto quel rispetto, come un vero premio al mio amore per la musica e per le persone. E quindi posso dire che sul palco me la son goduta in ogni istante, molto consapevole: sereno, rilassato ma determinato. Non ero sulle nuvole, non posso dire che mi sentivo “come in un sogno”: mi sarei perso troppo di quel che stavo vivendo e non me lo sarei perdonato. Ero là, presentissimo a me stesso, a cantare le mie due canzoni e a guardare in faccia ad uno ad uno tutte quelle fantastiche persone che mi ascoltavano in silenzio e mi accoglievano, permettendomi di comunicare come so fare quando avverto finalmente apertura mentale, curiosità positiva e assenza di snobismo. E ho ringraziato, in fondo, anche quegli sporchi e irriguardosi pub di provincia: non sarei quel che sono, se non li avessi attraversati. E continuerò ad attraversarli, per sporcarmi di vita e continuare a crescere.
Per il resto… son stati due giorni fatti di viaggi, di panini e piadine al volo, di chiacchiere, di abbracci, di telefonate, di messaggi e di SMS. Di condivisione con Frida Neri: Amica e Artista immensa, che entra nell’anima, perché vera. Sono stati due giorni trascorsi in macchina con Gerry, Stefano e Silvia, splendidi compagni di viaggio. Sono stati due giorni di musica vera e trascinante, quella dei Nomadi (due lunghi concerti consecutivi, il 19 e 20 febbraio): una band che, dal vivo, rende almeno dieci volte in più rispetto a ciò che si ascolta nei dischi e alla TV, trasmettendo un’energia vitale che di “vecchio” o “andato” non ha nulla, anzi fa restare senza fiato e a bocca aperta, continuando a perpetuare in modo coerente il messaggio di Augusto, anche grazie alla notevole umanità, simpatia e semplicità (sia sopra che fuori dal palco) di tutti i suoi componenti.
Ringrazio tutti gli amici che ho avuto attorno e che hanno contribuito, compreso mio cugino Francesco Colopi, che m’ha ospitato a Carpi, affinché quest’esperienza del “Nomadincontro” restasse scolpita ancora di più nei miei occhi e nel mio vissuto, come una delle tappe più importanti e decisive (anche a livello simbolico) del mio percorso artistico e umano.
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F O T O