Omaggio a Gaber – Chiedo scusa se parlo di Giorgio
25 Aprile 2018
16:00
MONTERONI (Le), contrada di campagna
Google Map

Il movimento MAS
(Monteroni a Sinistra)
presenta:

 

 

“CHIEDO SCUSA SE PARLO DI GIORGIO”
Omaggio al sig G

 

 

Luigi Mariano:
voce, pianoforte elettrico, chitarra acustica.

 

INFO:
328 3280971  Andrea
380 4129580 Emani
327 8313421 Massimo
347 8308826 Paolo

 

 

Spettacolo pomeridiano, in campagna
(contrada a sud di Monteroni,
sulla vecchia via Lecce-Copertino)
per ricordare il 25 aprile
in compagnia del sig G

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INDICAZIONI:

Campagna sulla via “vecchia” Lecce -Copertino.
Questo in basso il link preciso di google maps.

https://maps.google.com/maps?q=loc:40.3049114,18.1051235

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DESCRIZIONE SPETTACOLO

Chiedo scusa se parlo di Giorgio” è il sincero e appassionato tributo acustico, di canzoni e di letture di monologhi recitati, che il cantautore Luigi Mariano, vincitore di molti prestigiosi premi nazionali, ha voluto ideare e portare in giro da molti anni (fin dal 2006) per ricordare, a modo suo, l’immensa figura artistica di GIORGIO GABER, lo straordinario cantante e attore milanese di origini friulane, inventore (almeno stando all’Italia) dell’ormai celebre “teatro-canzone” e definito da Roberto Vecchioni, ma non solo da lui, “il più grande uomo di spettacolo del secolo scorso ”. Luigi canta (con grandi consensi) le canzoni del sig. G, sia in spettacoli come questo, ossia “tutti a lui dedicati”, e sia inframmezzate qua e là all’interno dei tanti propri concerti da cantautore.Difficile sintetizzare Gaber in un’ora e 30 minuti di spettacolo.
Luigi Mariano ci prova, da solo sul palco, tra pianoforte e chitarra, con coraggio, estrema passione e quasi senso del dovere, forte sia della notevole stima che fin dal 2008 la stessa “Fondazione Gaber” nutre per lui come cantautore e sia anche delle lusinghiere considerazioni che la stampa nazionale e locale (nonché critici musicali importanti come Stefano Mannucci e Andrea Scanzi de “Il fatto” o showman come Fiorello, Cristicchi o Neri Marcorè, con cui ha varie volte duettato) hanno più volte espresso riguardo al suo approccio artistico, che ha di sicuro avuto in Gaber una delle influenze e ispirazioni maggiori.

L’intento di Luigi, attraverso le tante canzoni di Gaber suonate, le riflessioni a margine e la lettura recitata di alcuni monologhi di G molto significativi, non è però solo quello del semplice tributo-omaggio fine a se stesso. Dietro questo spettacolo c’è anche la voglia di divulgare aspetti della produzione di Gaber forse rimasti più di nicchia, in seguito alla coraggiosa decisione di Giorgio (agli inizi degli anni ‘70) di abbandonare la TV e la discografia, grazie a cui era comunque diventato molto popolare, e di dedicarsi per 30 anni solo ed esclusivamente agli spettacoli nei teatri (scritti assieme a Sandro Luporini), in cui trovò per sempre il suo habitat naturale. Pertanto, accanto a brani molto più conosciuti dell’immenso repertorio gaberiano (da “Lo Shampoo” a “Destra-sinistra”, alle ultime “Io non mi sento italiano” e “Non insegnate ai bambini”), l’intenso tributo musicale di Luigi dà spazio anche a episodi meno noti, più “ricercati” e “particolari” della sua produzione, utili a capire a 360 gradi la complessità e la grandezza di questo straordinario artista, attuale più che mai, appartenente a una “razza ormai in estinzione”: quella degli uomini LIBERI.

 

“Un uomo solo, che grida il suo no è un pazzo.
Milioni di uomini che gridano lo stesso no
avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo”
.
GIORGIO GABER