Ospite del “Venerdrink”
16 Novembre 2007
18:30
ROMA, "Monteforte wine bar"
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Il “Monteforte wine bar
di via de’ Coronari, 180
presenta

 

 

VENERDRINK
rassegna cantautori

 

 

tra gli ospiti:
Luigi Mariano

 

 

brano eseguito:
RAI libera!

 

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LE MIE IMPRESSIONI:

Troppo carina l’atmosfera dell’ormai mitico “Venerdrink” di via dei Coronari, dalle 18:30 alle 21. E’ una di quelle situazioni informali, molto rilassate, in cui si sta assieme, si fa amicizia (per esempio con ragazzi davvero d’oro come Jacopo Ratini, Dottor Fra o il leggendario Joe Piastrella), ci si alterna sul palco, ci si costruisce anche piano piano un pubblico, ci si scambia pareri, progetti e sogni, pur nei generi musicali più diversi tra loro.

Sono arrivato un po’ tardi, incrociando e salutando all’entrata Carmine Torchia che se ne andava, mentre Michele Amadori era seduto al pianoforte a coda e stava eseguendo una bella canzone, con la sua tecnica pianistica sopraffina. Mi son seduto ad ascoltare e ogni tanto andavo a spiluccare qualche buonissimo panino nella stanzetta in fondo al corridoio. Dopo “Non lo so” di Amadori, ha preso la chitarra Nicco Verrienti e ci ha fatto ascoltare un paio di sue cose, accompagnato da Michele al pianoforte. E’ arrivata la volta di Jacopo Ratini, con la sua “New generation”. Quando ha finito, mi ha passato la chitarra e ho sentito molte ragazze che chiamavano “Il singhiozzo”. Io mi son seduto sul palchetto e ho detto: “No. Oggi non ho il singhiozzo”. Al che, da un lato della saletta, è serpeggiato un “noooo” di delusione, che pareva di stare in un cartoon. A momenti scoppio a ridere. Ho cantato “RAI libera!”. Ma sì, li abituo piano piano a temi più scottanti, pur con ironia. Passare dal singhiozzo a “E la gente muore” mi pareva un po’ azzardato…!!

Dopo di me ha fatto la sua bella e tenera canzoncina il DottorFra, poi Michele Amadori ha terminato con una doppia comica idea: “Romagna mia” (con folle urlo di Chen finale, un classico di Michele: dovreste conoscerlo) e una barzelletta (idea suggerita da me). Quest’ultima però, pur recitata molto bene, non è stata capita da Jacopo. Il che ha creato sulla faccia dell’Amadori l’espressione un po’ imbarazzata del classico barzellettiere incompreso, una roba da ritirarsi in campagna ad allevare polli. Sentendomi un po’ in colpa (gli ho suggerito io di raccontarne una), l’ho dunque rassicurato dicendo che io, la barzelletta (sull’Ultima Cena), l’avevo capita eccome.

Ho chiacchierato per una decina di minuti fuori dal locale con Giulia Led, parlando di P40 e poi di… Andrea Baccassino.
Alle 21:30 ho salutato tutti e me ne sono andato. Trovando sulla macchina, parcheggiata sul Lungotevere, una vera tempesta di escrementi lattei di piccione, del diametro di una decina di cm l’uno. Macchina blu a grossi pois bianchi. Riuscire a vedere dal parabrezza e tornare a casa è stata un’impresa. Per fortuna in macchina mi accompagnava il CD di Roberto Frugone, con la sua “Brezza e temporale”. Temporale (infausto) di piccioni.