6 Luglio 2008 | |
21:00 | |
CARIATI (Cs), campo sportivo | |
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Il “Premio Mazzitello”
presenta
FINALE
tra i finalisti:
Luigi Mariano
brani eseguiti:
– Il singhiozzo
– Questo tempo che ho
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LE MIE IMPRESSIONI:
Il 6 luglio ero in Calabria, ospite a Crotone da mio cugino Giuseppe.
A Cariati ho avuto occasione di conoscere la signora Maria Teresa Mazzitello e suo marito, che mi hanno riempito di affetto e attenzioni come un figlio, con la loro forza, la loro energia e la loro umanità sconfinate. Pierelena invece già la conoscevo dalle semifinali di Verona. Nel pomeriggio, prima del soundcheck, ho avuto l’esigenza di avvicinarmi al mare, a quell’essere senza fine, come lo chiamava Claudio in una sua canzone struggente.
Stavolta la giuria, composta da 7 persone e pur zeppa di discografici, s’era però anche arricchita di un paio di musicisti jazz d’altissimo livello, nonché del gaberianissimo cantautore romano Piji, che sapevo quanto mi stimasse. Per un attimo… ho pensato che mi fosse anche andata fin troppo bene: insomma, un gaberiano doc in giuria non m’era mai capitato di trovarlo!
Ho dato tutto ciò che avevo nell’esibizione, con “Il singhiozzo” e “Questo tempo che ho”.
Sentivo stavolta di avere delle chance, finalmente, in un concorso. Durante l’esecuzione, dal palco, ero così rilassato che ho pure avvertito netta l’enorme simpatia che arrivava dal pubblico per me (certe cose si percepiscono a pelle, al volo). Ho pensato e sperato, dalle facce soddisfatte che vedevo davanti, d’aver molto colpito anche i giurati. Così è stato, poi mi hanno detto. Sceso dal palco, mi son venuti poi incontro in massa (carinamente) tutti gli altri ragazzi in gara, che mi hanno dimostrato una stima e un’ammirazione del tutto inaspettata, facendomi capire che quella sera avevo proprio conquistato tutti. Ero un po’ frastornato da quel calore esagerato che mi arrivava da ogni parte, ed ero felice perché lo percepivo anche come spontaneo e sincero.
Più tardi, siamo saliti tutti sul palco per la premiazione: il Premio Mazzitello è andato quest’anno a un bravo e intelligente ragazzo napoletano, con cui ho condiviso la camera a Verona e dalle doti vocali a dir poco strepitose, sul modello di Michael Bolton (insomma, una roba da vero professionista), nettamente il migliore di tutti gli interpreti.
Da quel che ho poi potuto capire attraverso un piccolo sondaggio (anche se la cosa non è ufficiale, perché il concorso non contemplava altri premi) dovrei praticamente essere arrivato quarto nella votazione della giuria. Ho parlato poi alla fine con 3 giurati (tra cui lo stesso Piji), che mi hanno detto, senza mezzi termini, di non condividere minimamente il verdetto e che avrebbero premiato me. Si sono anche molto meravigliati di come io abbia fatto a non vincere.
Al di là dell’indiscussa ed eccelsa bravura del vincitore, che oltretutto è pure un ragazzo molto umile che merita rispetto ed enorme considerazione come interprete (sa davvero emozionare mentre canta), però in tanti si sono chiesti, compresa l’ignara e furibonda famiglia Mazzitello, che ha sempre dato al concorso un’impronta ben diversa, per quale motivo quest’anno la giuria abbia voluto così umiliare i cantautori (e Claudio Mazzitello era un cantautore, perbacco!) a favore degli interpreti. Quest’umiliazione s’è notata già dalla scelta dei parametri di valutazione, fin dalle semifinali di Verona, che hanno portato alla clamorosa esclusione di Andrea Paglianti. A Cariati sono poi state aggiunte le (giuste) valutazioni, in voti, sui brani inediti cantati, brani però che nel caso degli interpreti in gara erano stati scritti da altri autori: gli interpreti quindi hanno beneficiato di voti (se alti o bassi, poi, non ha importanza) che non meritavano direttamente. Tanto che uno, con una manciata di voti in più, dati anche al brano inedito (scritto dallo zio), ha persino vinto. Insomma, quest’anno un regolamento pasticciato. Può anche darsi che la direzione artistica abbia frainteso il volere dell’Associazione e lo spirito profondo della manifestazione. L’anno prossimo di sicuro cambierà musica, in tutti i sensi, il Premio tornerà alla reale natura per cui è nato. Credo solo d’esser capitato nell’anno sbagliato.
E’ stata comunque un’esperienza bellissima, che rifarei cento volte. Mi ha dato molto.
E la famiglia Mazzitello è straordinaria