21 Giugno 2008 | |
21:00 | |
VERONA, 'Sound expo" | |
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Il “Premio Mazzitello”
presenta
“SEMIFINALE”
tra i finalisti:
Luigi Mariano
brano eseguito:
– Il singhiozzo
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LE MIE IMPRESSIONI:
Claudio Mazzitello era un giovane pianista, compositore e cantautore calabrese, ricco d’amore per la vita, per l’arte e per la gente, sempre pieno di iniziative, anche culturali e sociali, soprattutto nel territorio del suo paese, l’amata Cariati. Aveva solo 26 anni quando, nel dicembre del 2003, perse la vita in un incidente stradale.
La madre, il padre e la sorella Pierelena decisero perciò di fondare l’Associazione Mazzitello e, dal 2006, di ideare un bel concorso musicale di musica d’autore per i primi di luglio (Claudio era infatti nato il 7 luglio).
M’imbattei casualmente sul sito dell’Associazione circa un anno prima e ascoltai, davvero commosso, la lucida e struggente poesia de “La donna del mare”, una canzone di Claudio per piano e voce, che mi colpì dritto al cuore. La sua voce traboccava d’emozione, le parole erano molto evocative e malinconiche. Lessi subito dopo, dalla sua biografia, che Claudio era morto. E la mia commozione si centuplicò. Decisi così d’iscrivermi al concorso per l’anno successivo. Scrissi nel frattempo alla famiglia, in particolare alla madre Maria Teresa, descrivendole tutta la mia commozione. E ricevetti all’istante grandissime manifestazioni d’affetto e di stima. L’umanità e la semplicità della famiglia Mazzitello mi entrarono immediatamente nel cuore.
Le semifinali del concorso nel 2008 si sono svolte a Verona il 21 giugno, nell’ambito della manifestazione Sound Expo, e l’organizzazione ha messo a disposizione un pullman per tutti gli artisti in gara. E’ stata per me una straordinaria occasione per conoscere vari artisti, in particolare un paio di raffinatissimi cantautori, di straordinario livello qualitativo, come Andrea Paglianti (che ha scritto anche per Mina) e Vincenzo Càccamo (che ha musicato un brano tratto da un romanzo di Bevilacqua).
Per il resto ho però notato la presenza, con mia estrema sorpresa, di un altissimo numero di interpreti puri in gara, il cui brano inedito era stato confezionato loro per l’occasione. La cosa mi ha molto stupìto, perché pensavo il concorso si rivolgesse, com’era accaduto negli anni precedenti, solo ai cantautori e comunque agli autori. Non riuscivo a capire questo strano e inaspettato cambiamento. Infatti ai concorsi in cui gli interpreti cantano su base e sono inseriti nella stessa categoria dei cantautori mi sono sempre sottratto con decisione. E purtroppo, tranne due o tre artisti, quelle semifinali di Verona vedevano invece tantissimi interpreti puri in gara. Ero un po’ amareggiato e ho capito come la possibilità (prevista dal regolamento di quest’anno) di far cantare, oltre al brano proprio, anche un brano già edito o famoso, avesse appunto attirato nel concorso moltissimi interpreti, quando forse gli organizzatori si aspettavano piuttosto l’arrivo di cantautori (di quelli magari con la cover di De André o di Battiato, tanto per intenderci). Però non era solo questo. Andando un po’ contro il reale volere dell’Associazione e interpretando davvero a modo loro il Premio Mazzitello, la direzione artistica e la giuria hanno dimostrato, già dalle semifinali di Verona, di avere molto più di un occhio di riguardo per gli interpreti. E questo a partire dai parametri di giudizio, che neanche contemplavano il voto sulla composizione o sul testo, ma solo sulla voce, sull’interpretazione e sulla presenza scenica. Avendo a disposizione un brano secco, ho dunque optato per “Il singhiozzo”. E m’è andata molto bene: son passato in finale con facilità, spiazzando tutti. Il mio amico Andrea Paglianti invece (per me era il migliore dei 14 semifinalisti) è stato clamorosamente eliminato. E dunque: ecco un’altra sfornata di interpreti per la finale. Gli unici cantautori rimasti: io e Vincenzo Càccamo.