SET MUSICALE di 5 brani per “Risonanze unplugged”
6 Dicembre 2009
21:00
LIMENA (Pd), Teatro "Falcone e Borsellino"
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Il teatro Falcone e Borsellino
di LIMENA (Padova)
presenta

 

 

“RISONANZE UNPLUGGED”
concorso musicale

 

 

brani eseguiti:
Solo su un’isola deserta
Intimità
Il singhiozzo
Il negazionista (con D. Calabrò)
Questo tempo che ho (con D. Calabrò)

 

 

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LE MIE IMPRESSIONI:

Il 5 dicembre, ossia il giorno prima, non devo suonare, ma voglio ugualmente essere presente alla prima serata del concorso “Risonanze Unplugged” nel bellissimo teatro “Falcone e Borsellino” di Lìmena. L’occasione è ghiotta, sia per respirare l’atmosfera del concorso e del teatro già dal giorno prima e sia per assistere al mini-concerto (d’apertura serata) del mio caro amico Andrea Paglianti (in quartetto con basso, due chitarre e sax-percussioni), che, avendo vinto l’anno precedente, è l’ospite d’onore, prima della gara. Il set di Andrea è eccellente e raffinato come sempre, con la chicca finale di “A cosa serve diventare grandi?”, un brano che emoziona, scivolandoti sottopelle e facendoti venire i brividi.
Seduto in poltrona assieme agli amici Nicola e Chiara, assisto poi gaudente a tutte le altre esibizioni della prima serata: sono 20’ a testa, ci si può esprimere bene, gli artisti in gara sono cinque, ne passano in finalissima solo due. Tutto il mio tifo sfegatato va alle mie due amiche cantautrici, la bionda Giovanna Dazzi (di Parma) e la bruna Maria Devìgili (trentina, ma bolognese d’adozione). La loro esibizione, pur da sole con la chitarra, è spettacolare: le amo visceralmente, sia come persone che come artiste. Io non ho dubbi che debbano essere loro a passare il turno. Ma arriva l’ultimo artista in gara, Giacomo Toni, e scombussola completamente le previsioni, con la sua dose di puro genio cabarettistico (il pubblico ce l’ha in pugno ed è devastato dalle risate), di alcool, poesia e follia: prendete Jannacci e Capossela e fate loro suonare il piano meglio di Cammariere o Conte. Insomma, Giacomo sbanca e io sono preoccupato per le mie due amiche, che avevano fatto il loro figurone e meritavano di passare. Alla fine l’esclusa sarà Maria, quella bruna, che cercherò di consolare e alla quale il mio amico Nicola, ammaliato da ciò visto sul palco, aveva rivolto un “ti amooo!!” a squarciagola durante l’esibizione.

con Maria Devigili e Giovanna Dazzi

 

 

Il 6 DICEMBRE, giorno seguente, tocca a me.
Ma sono sfigato e vado a capitare nella serata delle band, che musicalmente mi schiacciano, con arrangiamenti raffinati e quant’altro. Inoltre si capisce subito (me lo diranno anche i giurati, dopo) che il livello di qualità della seconda serata è, se possibile, ancora più alto della prima. So che non ce la posso fare, ma mi concentro per una prestazione super. Così sarà: credo tra le migliori del 2009. Dopo pranzo mi ero preparato la tisana allo zenzero e la gola mi si era aperta alla grande. Infatti canterò molto intonato. Andrea Paglianti e Domenico Calabrò sono al solito affettuosi, mi accompagnano al teatro in macchina. Addirittura Domenico, in fretta e in furia, decide di supportarmi, nelle due canzoni finali, alla chitarra (farò 5 brani in tutto). Nel pomeriggio facciamo una prova veloce ed escono bene! Tutto gira perfettamente. Il check è perfetto, audio del teatro eccellente, grandissimi professionisti ai suoni, specie Mauro Santinello, il miglior fonico credo con cui io abbia mai avuto a che fare. Non dimenticherò mai le sue stupende parole di stima a fine serata, sia sui pezzi che sul timbro della mia voce.

Sono il secondo in scaletta.
Nel camerino mi guardo allo specchio e mi riconosco: sono rilassato e concentrato, felice. Tocca a me, mi chiamano. Davanti a 200 persone attente, dolcissime e molto calorose, attacco con “Solo su un’isola deserta”, “Intimità” e “Il singhiozzo”, con cui sento di conquistare la simpatia di tutto il teatro, in modo del tutto inatteso e ben superiore alle previsioni. Sento proprio che va tutto alla grande. Chiamo e presento Domenico per gli ultimi due pezzi, che saranno “Il negazionista” e “Questo tempo che ho”. Avverto che l’arrivo di Domenico mi rafforza ancor di più psicologicamente e che il pubblico è ancora più preso da quello che canto, gli applausi sono fortissimi, molti “bravo!!” mi arrivano alle orecchie da più parti, in particolare l’ultimo pezzo è davvero uscito benissimo, lo ammetto. Da quando rientro dietro le quinte, e per tutta la serata, iniziano allora una lunghissima sequela di complimenti da parte di musicisti, o di persone comuni, o appartenenti all’organizzazione, oppure di “colleghi” in gara. Al punto che c’è un attimo in cui mi illudo di poter arrivare a superare le incredibili band in concorso quella sera. Quando però mi siedo in poltrona a seguire il resto delle esibizioni, intuisco che non ce la posso fare, perché la “quantità” e “qualità” di musica che si sente sul palco è in effetti davvero tanta, ben arrangiata da maestri fenomenali. Mi resta l’enorme soddisfazione di aver sentito da più parti dire che, stando solo alle canzoni nude e crude, meritavo il podio. E comunque è stata per me una delle più belle serate dell’anno.