Gocce di memoria: appunti per cantanti smemorati

Può accadere che, durante l’esecuzione di un brano, il cantante (senza gobbo né leggio, s’intende) abbia un VUOTO DI MEMORIA inaspettato. I motivi possono esser diversi.

1. Enorme stanchezza o sonno arretrato (non si dorme da giorni).
2. Canzone nuova, con testi ancora “non da pilota automatico”, poco metabolizzati.
3. Distrazione: una pantegana sfila rapida sui fili della luce; un uomo col capo chino, in platea, sorride idiota, da ben 3 canzoni, allo schermo del proprio cellulare; un bimbo piange alla disperata in galleria (potevate lasciarlo dalla nonna!); un vecchietto, dal catarro mai domo, tossisce puntuale a ogni inizio ritornello, ammazzandoti la canzone (mucolitici niente?); un ronzio improvviso del monitor, forte e fastidioso, sembra un calabrone pronto a nidificare dentro l’armonica, lì per terra; un’occhiata spaventata del pianista ti indica un qualcosa di strano, cercando di non farsi notare dal pubblico e invece tutto il pubblico capisce il suo labiale, tranne te che sei il cantante, a un metro da lui.
Vabbè stop.

La domanda principale, durante un vuoto di memoria, è: CHE FARE?
Ahivoglia a dire “SI CONTINUA A SUONAR COME NIENTE FOSSE”. Ma quando il blocco/buio è totale e non si riesce ad andare avanti?

Possibili scenari:

1. Canti un testo improvvisato al momento, nascondendo la furbata con un “biascico” quasi incomprensibile, alla Patty Pravo.
2. T’inventi un finto inglese alla Celentano e vai d’ironia, conquistando il pubblico.
3. Suoni per 15 volte lo stesso giro di accordi, coi tuoi musicisti a seguirti (allibiti e scoglionati), fino a quando (cascasse il mondo!) le parole non affioreranno nella tua mente bacata, come spuntò l’America nel cannocchiale di chi gridò “Terra!” a Colombo nel 1492.
4. Con una decisione forte, da leader, interrompi la musica, padrone della scena, rassicurando band e pubblico. Ma quando, prima di rifare il brano, parte l’applauso “d’incoraggiamento” (pure moscio), d’improvviso ti senti un coglione, manco fossi al teatrino delle medie. E ti viene da borbottare mestamente “sipario…!” (alla Costanzo), sparendo all’istante nella buca del suggeritore.

 

 

(foto: Tamara Casula)